Da patriarcale a patrimoniale il passo è breve e fa anche rima. Ormai in maniera ciclica, monotona e oserei dire quasi ossessiva, la sinistra con alcuni suoi rappresentanti o ex ministri di turno, imprimono bollini, propongono e avanzano ricette per l’Italia e per gli italiani,  totalmente al di fuori dal cosiddetto mondo reale. Cioè quello che con sacrificio tiene in piedi imprese, porta avanti il bilancio familiare rinunciando spesso al proprio benessere, in favore di quello dei figli.

Dopo il barboso e tedioso revival sul fascismo, vero evergreen dei post comunisti e dopo aver tentato di illudere gli italiani di vivere in una nazione a trazione patriarcale, ecco l’altra specialità della casa sinistra. La patrimoniale. Che altro non è che una tassa, l’ennesima, da imporre a carico di chi ha come sola colpa quella di possedere addirittura una casa di proprietà. Sulla quale, ben inteso, ha già pagato e continua a pagare, tasse e interessi sui mutui ancora da estinguere.

Oso scomodare un certo Churchill, il quale affermava che “quando una nazione decide di imporre delle tasse sperando di crescere, è come un uomo che tenta di sollevarsi con i piedi dentro un secchio, tirando il manico.”

La proposta sulla tassa da imporre sulle abitazioni, viene nientepopodimeno che da Elsa Fornero, ex ministro del lavoro, professoressa in pensione e autorevole opinionista del plotone salottiero di Giovanni Floris su la 7.

La palla, rimbalzata sui muri di casa Fornero, è stata raccolta in casa Fratoianni – Piccolotti, coniugi rossi con “depandance” a Montecitorio. Sentiremo per settimane, questa la previsione, interrogazioni parlamentari, question Time e altre azioni parlamentari, volte a imporre un’agenda di governo che nessuno ha votato.

Gli italiani hanno già scelto, per lasciare a casa o relegare all’opposizione, chi ha tentato di soffocare lo sviluppo a suon di tasse e imposte, soprattutto nei confronti di chi produce quella ricchezza, che rappresenta il vero valore aggiunto, utile alla crescita.

E all’orizzonte dalle parti di casa dem, c’è chi sogna un governo in caduta, un altro “tecnico” (aridaje), senza il segretario di minoranza Schlein e un Gentiloni pronto ad imporre patrimoniale e salario minimo.

Già, sogna.

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