Quello che ancora non si riesce a capire ( ma conoscendoli non ci hanno certamente colti impreparati), è l’opposizione preconcetta da parte dei partiti di minoranza, snocciolano argomentazioni da alieni atterrati da Marte, per denigrare qualsiasi iniziativa del Governo Meloni.
L’ultima piroetta lessicale, è la critica sul taglio del cuneo fiscale attuata ( non solo proposta), dall’esecutivo Meloni. In pratica si obbietta al governo, di avere certamente abbassato le tasse sul lavoro e aver messo qualche euro ( è pur sempre un inizio), nelle tasche dei redditi medio bassi, ma che questi verranno “rosicchiati” dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Come se Giorgia Meloni & C. decidessero i listini e i prezzi sul mercato, piuttosto che colpa di certa speculazione. Dati offerti dalle opposizioni, falsati da un’analisi più attenta. L’inflazione presa in considerazione e dove risulta un rialzo dei prezzi, viene calcolata con base aprile 2022 , mentre considerando solo gli ultimi mesi dell’anno, la tendenza è opposta, cioè un leggero calo.
Ma torniamo al cuneo. Il taglio produrrà un effetto sulle buste paga, di circa 80/100 uro lorde in più al mese, con la prospettiva che questo taglio diventi strutturale, quindi definitivo ( per ora sarà fino a dicembre).
E se il segretario CGIL Landini, seguito a ruota da Bombardieri (UIL) e da un più cauto Sbarra (CISL), borbottava sulla decisione del governo di riunirsi il 1° Maggio, la segretaria dem “italo-svizzera” ( nota esperta del mondo del lavoro), veniva fischiata da molti iscritti che non avevano certamente gradito la presenza della politica insieme al sindacato. Concetto ribadito dallo stesso Sbarra (CISL).
In sintesi: il governo mette più soldi nella tasche dei cittadini, iniziando una riforma strutturale del mondo del lavoro, mentre sindacati e opposizioni , queste ultime per 11 anni al potere regalando mance elettorali, vorrebbero lasciare tutto così, cercando argomentazioni tipiche del classico “benaltrismo”, o al massimo offrendo ricette che hanno dimostrato di non funzionare, creando lavoro nero. vera precarietà e totale apatia lavorativa nelle nuove generazioni.